L’adagio “piccolo è bello” è stato sostituto da “l’unione fa la forza”.
Il contesto attuale, ove i consumi stentano a decollare e l’incertezza regna sovrana, ci porta a valutare, per rimanere saldamente nel proprio mercato, processi di M&A, finalizzati ad aggregazioni tra imprese che operano nello stesso settore ovvero che possiedono sinergie da sfruttare.
L’unico modo per non essere sgomenti, rispetto al futuro che ci spaventa, è agire attivamente, per passare da una realtà che si subisce ad una realtà che si costruisce e si gestisce.
F. Ford Coppola disse: “Il miglior modo per prevedere il futuro è inventarlo”
In Italia è arcinoto che il tessuto economico è sostanzialmente formato da PMI. Esse, per competere e sopravvivere in un mercato globale, necessariamente devono avere la prospettiva dell’aggregazione.
Le tre principali motivazioni che portano le aziende a valutare questo tipo di operazione straordinaria d’impresa:
- in periodi di crisi le aziende tendono più al contenimento dei costi (continuità), piuttosto che fare investimenti (crescita). L’aggregazione tra imprese rappresenta un efficace strumento per realizzare significative economie di scala.
- dall’altra parte, il fatto di ottenere importanti economie di scala, consente alle aziende virtuose e lungimiranti di generare i flussi di cassa necessari per gli investimenti (crescita). E anche per considerare allo sviluppo per linee esterne (acquisizioni). Questo è l’effetto di una logica circolare e non lineare.
- Le aziende italiane sono molto ambite dagli investitori esteri, e non solo esteri, che ricercano opportunità di business nel nostro Paese: dimensioni ridotte, scarsa managerialità e realtà poco strutturate sono alcuni degli ostacoli per essere considerati oggetto di interesse.
- Senza dimenticare che i Fondi di Private Equity sono particolarmente sensibili ad investire (“devono” investire) per accompagnare l’imprenditore nella crescita dell’impresa.
Tuttavia è bene sapere che i Fondi di PE (in particolare quelli che non si occupano di turnaround), di norma, richiedono specifiche caratteristiche delle potenziali target: aziende ben strutturate, con buone marginalità e con significativi potenziali di sviluppo.
“Agisci sempre in modo da aumentare il numero delle scelte”
H. von Foerster